A Santa Giustina messa di Natale col Friularo
«Nella Cronaca Giustiniana, il monaco Dom Girolamo da Potenza racconta del soggiorno di Federico II a Padova, avvenuto nel 1239. La visita, di cui conosciamo molti particolari, fu segnata da un fatto inaspettato: lo speciale gradimento che l’imperatore dovette avere dimostrato per il vino prodotto con l’uva “friulara”. Tanto da ottenerne, alla sua partenza, un’ingente quantità».
Con queste parole – riscoperte dallo storico Nicolò Calore – Roberto Lorin, presidente di Conselve Vigneti e Cantine, spiega il dono di alcune bottiglie di Friularo all’abate della Basilica di Santa Giustina, don Giulio Pagnoni.
Il vino sarà usato per la messa della notte di Natale, riallacciando così un secolare rapporto con i monaci benedettini: «Ringraziamo i religiosi», continua Lorin, «perché hanno contribuito a far apprezzare il nostro vino all’imperatore, quasi mille anni fa, ma soprattutto per aver addestrato gli abitanti della bassa padovana alla coltivazione dell’uva e alla sua vinificazione, secondo metodi che si tramandano tutt’ora e che hanno consentito, ai contadini del territorio stretto fra Adige e Bacchiglione, di trarre dalla natura frutti preziosi».
Senza i benedettini, probabilmente, la tradizione vitivinicola del Conselvano e delle campagne vicine a Correzzola non sarebbe mai nata. Mentre ancora oggi dà lavoro a migliaia di famiglie. «Ed è proprio per dimostrare la nostra gratitudine che abbiamo deciso di donare del passito di Friularo all’abate di Santa Giustina, perché, secondo i canoni stabiliti, ne possa fare uso anche per le celebrazioni sacre».
Compresa la santa messa di Natale. «La storia dei benedettini e del Friularo, coltivato nella bassa padovana da centinaia di anni, è profondamente intrecciata. E il dono che il Beato Arnaldo, abate di Santa Giustina nel 1239, fece a Federico II, lo testimonia ancora una volta. In quell’occasione destinò allo Stupor Mundi “due Karra de pretioso vino” corrispondenti a più di 1420 di litri, quasi 2 mila bottiglie».
(articolo pubblicato su il Mattino di Padova)